Orvieto, l'ultima città della dodecapoli Etrusca ad essere conquistata da Roma, cadde nel 264 a.C. per opera del Console Quinto Fabio Massimo (morto in battaglia) e del Console Marco Furio Flacco.
Gli Orvietani superstiti non furono sterminati, ma vennere deportati a Bolsena nella Volsinii (con due ii) Novi Romana.
Roma aveva troppa paura della rupe di Orvieto e preferì semplicemente sostituire i suoi abitanti ... con dei fidati Romani.
Noi comunque riteniamo Volsinii Novi come una città Etrusca in quanto fondata dai Romani, ma abitata da Etruschi.
Dopo oltre 2200 anni dell'antica Volsinii Novi si conservano ancora dei resti a partire dalla cinta muraria, un santuario, e due case patrizie, oltre che a necropoli e catacombe.
L'area complessiva copre circa 65 ettari a dimostrazione dell'importanza che aveva Volsinii Novi nell'assetto viario romano.
A Volsinii Novi si intersecavano la Cassia con la via Traiana Nova ... che conduce a Chiusi e da qui ad Arezzo.
Le ricerche archeologiche hanno individuato (ad oggi) circa 20 sub-siti che di seguito riportiamo:
Mozzeta di Vietena
Santuario del Pozzarello
Tempio di Poggio Casetta
Casa di Laberio Gallo
Anfiteatro
Domus
Ponte scavato nel tufo
Grande cisterna
Ponte romano
Santuario del Poggetto
Necropoli poggio Pesce
Necropoli di Poggio Battaglini
Catacombe di Santa Cristina
Nucleo abitativo del ponte del diavolo
Catacombe di Gratte
Stazione di posta
Area urbana in località pietre lisce
Domus in località Cappuccetto Rosso
Urbanisticamente Volsinii Novi fu dotata di un grande foro lastricato nell'area di Poggio Moscini dove poi sorgerà anche lo stabilimento termale di Lucio Seio Strabone, di un anfiteatro e di un teatro.
Abbiamo poche notizie sulle famiglie Etrusche che vennero qui deportate, mentre conosciamo il nome di molte delle famiglie Romane Vi abitarono in età imperiale:
gli Aconii,
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i Nonii,
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non è un errore ... come per il nome Volsinii anche tutti i cognomi hanno desinenza in "doppia ii".
I resti di Volsinii Novi che oggi vediamo sono stati riportati alla luce tra il 1946 ed il 1986 grazie agli scavi condotti dalla Scuola Francese di Roma che si concentrarono specificatamente sul pianoro di Poggio Moscini.
A nostra conoscenza gli scavi non furono esaustivi, ma semplicemente si interruppero.
Pertanto è probabile che sotto il terreno ci siano altre domus e/o costruzioni che attendono di essere riportate alla luce.
L'area è facilmente raggiungibile arrivando da Orvieto utilizzando la SP53 e parcheggiando nell'ampio piazzale sterrato.
Nell'area si trovano vari resti del periodo Romano tardo Repubblicano (epoca Flavia) tra cui citiamo:
L'area archeologica è gestita dal Ministero dei beni Culturali ed è aperta al pubblico in forma gratuita.
Se siete in zona approfittatene per fare una visita.
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