Noi abbiamo visitato Veio solo due volte e, ormai, diversi anni orsono.
A mente fredda dire che abbiamo visitato Veio è eccessivo, diciamo che siamo andati ad Isola Farnese e fatto un giro nel bosco e nei dintorni.
E pensare che la visita era stata studiata a tavolino utilizzando il sito ufficiale del Parco regionale di Veio (http://www.parcodiveio.it/).
Avevano stampato, scaricandola dal sito ufficiale, la mappa del luogo.
Ci eravamo fatti una scaletta delle cose da vedere, sempre tratta dal sito ufficiale.
Sapevamo che al pomeriggio l'area Sacra di Portonaccio era chiusa, ma noi, prima delle 15, non potevamo in ogni caso arrivare.
Siamo quindi arrivati ad Isola Farnese ed abbiamo imboccato, dopo molti dubbi sul fatto che si potesse percorrere la strada, la strada che conduce al cimitero.
Sia il cimitero attuale (sito sopra due altri cimiteri arcaici) e sia la strada stessa sono citati dal sito del Parco di Veio come luoghi da vedere.
Al cimitero c'è un cartello segnaletico (anche questo assai malconcio ed inzozzato con le solite scritte a spray) indicante che si entrava nella antica città di Veio.
Dopo circa altri 200 m siamo arrivati ad un ampio piazzale dove si può tranquillamente parcheggiare ed in effetti un paio di auto, oltre alla nostra, c'erano.
Da qui in poi i cartelli indicatori diventeranno merce rara.
In vero i cartelli ci sono, ma sono distrutti od abbattuti o ne è stato asportato il contenuto ... e presumiamo volontariamente e non dai soliti imbecilli di cui è ricco il nostro bel paese.
La storia dei cartelli rotti, per chi come noi va in giro per siti Etruschi nel Lazio, è un film già visto.
La lunghissima premessa è parte fondamentale della visita, anche perchè di qui in avanti si vedrà ben poco.
Eravamo nel piazzale sterrato su cui finisce via Riserva Campetti
Da qui si dipartono due possibili strade:
- una che punta verso la Tomba delle Anatre (visitabile al mattino e solo su prenotazione)
- altra che punta verso la doppia Cascata della Mola con annesso un mulino ad acqua che ha funzionato fino al 1950.
Noi abbiamo puntato verso questa seconda via e, passato il piccolo ponte in legno sopra la cascata, siamo entrati nella zona archeologica vera e propria.
Segnaliamo che uno dei pochi cartelli segnaletici fruibili indica due possibili itinerari.
- itinerario (1) che parte dall'area di Portonaccio sale verso la Villa dei Campetti e torna indietro
- itinerario (2) che parte dall'area di Portonaccio sale verso la Villa dei Campetti e prosegue ad anello verso le tombe etrusche, Isola Farnese fino a ritornare su via Riserva Campetti
Interessati dalle tombe etrusche abbiamo deciso di percorrere l'itinerario (2).
Tra l'altro segnaliamo la presenza di una U Etrusca.
Ovviamente abbiamo trovato l'area di Portonaccio chiusa perchè aperta solo al mattino (e lo sapevamo fin dall'inizio), ma anche l'ampia zona di Villa Campetti (10'000 mq) era chiusa anzi recintata ed inaccessibile.
E solo dopo staccionate rotte ed alberi caduti, abbiamo trovato la piccola necropoli indicata dall'itinerario, od almeno pensiamo di averla trovata.
Poi nulla o meglio il nulla.
Ritornati alla macchina abbiamo provato a far cercare la necropoli con la Tomba delle Anatre o le mura di Veio.
Nel primo caso siamo arrivati davanti all'ingresso di una strada privata (?) ...
... mentre nel secondo caso il navigatore ci ha portati in piena campagna, ma non abbiamo visto nulla!.
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