La ricerca dell'antico abitato di Luni per Noi è stata preparata e vissuta come una vera spedizione archeologica.
I testi che consultavamo indicavano Luni come spersa e non raggiungibile e quindi, come prima cosa, ci siamo fatti un sopralluogo virtuale dei luoghi tramite Google Earth.
La probabilità di perdersi o di non trovare nullla era stimata in altissima per poi scoprire che a Luni ci si può arrivare comodamente in auto, semplicemente passando sull'ex tracciato della vecchia ferrovia Capranica - Civitavecchia!
Comunque Noi l'abbiamo raggiunta (sempre arrivando da Blera) sia seguendo l'itinerario "selvaggio" proposto da Giovanni Menichino in "Escursionismo d'Autore nella Terra degli Etruschi" e sia arrivando in auto tramite il percorso della ferrovia.
Per arrivare a Luni sul Mignone da Blera / Barbarano Romano si deve usare la Strada Provinciale 42.
Appena dopo la vecchia ed abbandonata Stazione di Civitella Cesi si prende la strada bianca sulla sinitra e si prosegue per circa 3 km costeggiando la vecchia ferrovia fino al piazzale di Ponton Serignano.
Qui abbiamo due alternative.
Su può tentare di proseguire sulla vecchia carrareccia della ferrovia dove non ci sono più le traversine del treno.
La strada è bianca e con grosse buche che spesso sono piene d'acqua.
Con un fuoristrada (o con una Panda) la si può percorrere fino al ponte in ferro sul Mignone.
Ovviamente si può andare anche a piedi (od in mountain bike) e ci faremo una bella passeggiata (sotto il Sole) di circa 5 km.
In alternativa si può continuare lungo la strada bianca che costeggia la ferrovia e lasciare la macchina poco dopo il cancello (da richiudere) che si trova sulla carrareccia che dall'alto segue il percorso della ferrovia.
Fermatevi sul pianetto prima della discesa ... in quanto solo una 4x4 nuda e pura può passare oltre.
Si scende e si risale entrando nella piana degli Asfodeli.
Ricordiamo che gli Asfodeli, che tra queste valli sono comunissimi, erano il Fiore dei Morti per gli Etruschi.
Si segue il bordo di destra entrando in un esteso pianoro.
Lo borderemo a sinistra (è recintato) per meno di 100 metri.
Appena vedete la traccia di un sentiero aldila della recinzione ... scavalcate e proseguite a mezza costa nel bosco.
Il percorso è realmente appena accennato e spesso occorre avanzare ad esperienza.
L'unico vantaggio è quasi sempre in discesa.
Inotre consigliamo di evitate di puntare a scendere verso il Mignone che vedrete alla Vs sinistra.
Quando, dopo la discesa tra i massi ciclopici, perderete il sentiero puntate sempre diritto, ma guardateVi a destra.
Un po' nascosto si trova questo strano (grosso) oggetto al limite tra lo scherzo della natura e l'opera dell'uomo.
Poi si scende fino a costeggiare il Mignone per poi aggirare l'ultimo sperone di roccia.
Davanti a Noi si erge il ponte in ferro della Ferrovia Capranica - Civitavecchia ... siamo finalmente arrivati, dopo due orre di marcia, a Luni sul Mignone.
Sembra quasi incredibile a dirsi ma, Domenica 3 Aprile 2011, saremmo stati almeno una sessantina (in 10/12 gruppi) a fare pic nic sul Mignone sotto la irraggiungibile Luni!
La scelta di realizzare qui il primordiale abitato "appenninico" non fu ovviamente una scelta del caso ma dirivò dalla inaccessibilità dei luoghi unita alla presenza di acqua, al clima mite tutto l'anno ed alla possibilità di cacciare e/o allevare ovini e bovini.
Per l'uomo dell'età del bronzo prima e del ferro poi il pianoro di Luni era l'ideale.
E lo fu anche per gli Etruschi arcaici.
Il piano di Luni è infatti quasi chiuso a tringolo dai tre fiumi / fossi che vi scorrono sotto: il fiume Mignone ed i suoi affluenti i fossi Canino e Vesca.
In pratica gli abitanti del pianoro avevano acqua corrente tutto l'anno.
La visita alla Luni arcaica inizia con la "salita" verso il pianoro di Luni per arrivare prima alla casa dell'età del ferro e poi all'abitato appenninico.
Ed i due siti sono divisi dalla tagliata Etrusca.
La capanna dell'età del ferro è sita, protetta da una ampia tettoia, sopra il pianoro di Luni sul Mignone
La capanna è il più antico edificio dell'Italia centrale essendo stato datato al XII secolo a.C. ... quando in Grecia si combatteva la Guerra di Troia.
Siamo nel pieno del periodo Villanoviano, anzi, visto che siamo a pochi chilometri dal lago di Bolsena ... Rinaldoniano.
La capanna tutto sembra tranne che una capanna.
Infatti le dimensioni di 17 x 9 mt sono tutt'altro che modeste.
Ma quello che sorprende di più è: la profondità di scavo di ben 6 mt.
Probabilmente la capanna era addirittura divisa in due ambienti ben distinti:
La zona detta A soppalcata con una zona magazzino a quota terreno ed una costruzione in legno che poteva essere la zona residenziale della casa
La zona detta B ad uso pubblico e/o religioso (forse realizzata dopo la distruzione della zona A)
La zona A residenziale fu bruciata in periodo Etrusco arcaico (VIII secolo a.C.), mentre per la zona B è documentato l'uso fino all'epoca Cristiana.
Tra l'altro sulla sinitra si vedono un paio di sepolture cristiane mentre sulla destra i buchi per i pali in legno.
La zona dell'abitato appenninico è composta da tre grandi capanne a pianta rettangolare.
Le capanne erano scavate nella roccia (profondità dea 1,2 a 2,2 mt e avevano tutte larghezza 4 mt e lunghezza di 7, 30 e 42 mt.
I muri erano a secco ed il tetto di paglia.
Le abitazioni erano disposte ad est a protezione del villaggio stesso.
Infatti gli ingressi (sono individuabili tramite il taglio nella roccia) si aprono verso ovest ovvero verso l'interno del Pianoro.
Il villaggio fu abitato dal XVI al XI secolo a.C. ovvero dall'età del Bronzo dino all'età del Ferro.
Poi vennero gli Etruschi ... con le loro tagliate.
Al ritorno abbiamo fatto a piedi il tracciato della ferrovia deviando sulla destra all'altezza di dove avevamo lasciato l'auto.
Non ci si può sbagliare visto che è il solo guado che si incontra.
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